Terzo Settore, criticità e carenze nel Distretto socio-sanitario 45: convocati a Modica gli “Stati Generali del Welfare”
Una due giorni incentrata sui bisogni delle famiglie, degli anziani, dei bambini e dei diversamente abili
(22 febbraio 2023 – Terzo Settore, criticità e carenze nel Distretto socio-sanitario 45: convocati a Modica gli “Stati Generali del Welfare”)
Il 23 e 24 febbraio si terranno all’Auditorium “P. Floridia” e Biblioteca “S. Quasimodo di Modica gli “Stati Generali del Welfare” del Distretto socio-sanitario 45, occasione, a detta degli organizzatori, per potenziare concretamente e creativamente le procedure della co-programmazione e co-progettazione previste dal Codice del Terzo Settore, avviando un partenariato permanente e condiviso con il terzo settore. A questo incontro, convocato dopo una lunga trattativa tra lo stesso mondo del terzo settore e l’Ufficio di coordinamento del Distretto Socio-sanitario, molto restio a compiere questo passo, parteciperanno le associazioni, le scuole, gli enti pubblici e privati che a vario titolo operano in campo sociale a Modica, Scicli, Pozzallo ed Ispica.
Mentre nel Nord Italia i distretti socio-sanitari stanno sviluppando il concetto di cogestione dei beni e di servizi pubblici, in provincia di Ragusa la situazione sembra essere molto diversa.
Vediamo il perché.
Si parte innazitutto da un oggettivo problema legato ai processi partecipativi. Un esempio su tutti. Gli incontri della ‘Rete per la protezione e l’inclusione sociale’, luogo deputato alla partecipazione e di rappresentanza di diversi soggetti direttamente o indirettamente coinvolti nelle politiche di welfare, vengono di solito convocati con 48 ore di preavviso. Fatto che impedisce sia una ampia partecipazione dei soggetti coinvolti ma anche la preparazione degli stessi alle tematiche ivi affrontate.
Ma chi dovrebbe coordinare questi incontri? L’organo deputato è l’Ufficio di Piano del Distretto, di cui dovrebbero far parte componenti per ogni Comune, con un numero dedicato di ore a disposizione.
Altra problematica che si rileva è la carente trasparenza degli atti prodotti dal Distretto, e che dovrebbero essere condivisi con i soggetti interessati per poter permettere la massima concertazione degli interventi.
Ad oggi non sono nelle disponibilità della ‘Rete per la protezione e l’inclusione sociale’ le bozze propedeutiche dei documenti realizzati in ambito distrettuale, con riferimento alla individuazione delle priorità di intervento e definizione dell’offerta di servizi da realizzare, prima le stesse vengano inserite nel SIOSS. Nessuna notizia altresi dei report di monitoraggio semestrali trasmessi al Dipartimento Famiglia e Politiche Sociali, come da Circolare Regionale n.5 del 6/11/2018 “Attuazioni Piani di Zona ed erogazione FNPS. Direttive per la rendicontazione ed il monitoraggio della spesa”.
Nulla si sa infine del bilancio, la cartina al tornasole delle virtù del Distretto stesso.
L’ultimo schiaffo all’utopia della co-progettazione in salsa iblea nasce proprio dalla pubblicazione dell’Avviso per la co-progettazione, apparso negli albi pretori dei Comuni qualche settimana prima dello svolgimento degli Stati Generali del Welfare. Queesto avviso, che fornisce le indicazioni in merito alle modalità ed alle forme necessarie per consentire agli ETS di manifestare la disponibilità a inserirsi in un programma di lavoro mediante lo strumento della co-progettazione per interventi innovativi e sperimentali, funzionali alla realizzazione delle azioni di “Pronto Intervento Sociale” previste dai Piani di Attuazione Locale, si sarebbe di certo dovuto pubblciare dopo gli incontri previsti la prossima settiman e non prima.
Ma chi gestisce dunque i milioni di euro dei fondi del Piano di Zona, del Fondo Povertà, della Missione 5 del PNRR?
Il Comitato dei Sindaci, organo politico del Distretto, non appare molto incisivo. Le ragioni? Le più ovvie, ovvero sottodimensionamento degli organici, mancanza di personale qualificato, mille problematiche a cui correre dietro per avere il tempo di “guardare le carte”, dirigenti che non partecipano alle riunioni appositamente convocate, “tanto poi ci ragguaglia il consulente”.
Ma dunque chi decide le politiche sociali di più di 100.000 abitanti della Provincia? Chi decide come spendere i milioni di euro dedicati ad anziani e persone fragili?
Anche la Regione Siciliana sembra essersi accorta che qualcosa nopn procede per il verso giusto, visto che nella Circolare n. 2 del 22/12/2022 dell’Assessorato della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro della Regione Siciliana, prot.n.42662, richiede un rafforzamento degli interventi di governance, evitando deleghe in bianco ai Comuni capofila, anche attraverso l’implementazione delle attività degli Uffici di Piano.
E si lamenta anche della mancata trasmissione dei Piani di Zona e dei bilanci di Distretto aggiornati, nonché della quasi totale assenza dei report necessari alla rendicontazione delle somme già spese.
E quando certe situazioni degenerano, cosa si fa di solito in Italia? Si commissaria ovviamente.
E puntualmente arriva una edulcorata task force regionale, ufficialmente con lo scopo di ottimizzare la governance, di fatto a far da balia ai Distretti Socio-sanitari inadempienti.