Rifiuti, raccolta differenziata e programmazione: qualcosa si muove
Il Governatore plaude all’impegno delle amministrazioni comunali. Il Presidente di Legambiente Sicilia ricorda, però, le criticità del sistema
Palermo 6 agosto 2018. Il tema della gestione dei rifiuti in Sicilia tiene banco anche in estate. Se da un lato il Presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci plaude al lavoro svolto dalle amministrazioni comunali e all’impegno dei cittadini per avere raggiunto una buona percentuale nella raccolta differenziata, il Presidente di Legambiente Sicilia, Gianfranco Zanna, ricorda come la questione rifiuti, intesa nella sua totalità, sia ancora caratterizzata da moltissime zone d’ombra e criticità. Solo qualche giorno fa, infatti, il Governatore aveva reso note le percentuali registrate nella differenziata. “Lo dico con legittima soddisfazione: la percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti in Sicilia sta crescendo di giorno in giorno. Avremo a settembre i dati aggiornati, ma rispetto al 15 per cento del novembre scorso abbiamo guadagnato almeno dieci punti. Voglio per questo ringraziare gli amministratori e i cittadini dei circa 250 Comuni che con tenacia e determinazione si sono impegnati in questa vera e propria battaglia di civiltà”.
Pur riconoscendo che il lavoro da fare sia ancora tanto, lontano dal sessantacinque per cento imposto dalla legge, Musumeci si auspicava un imminente raggiungimento del trenta per cento.
“Siamo ancora lontani – ha sottolineato il Presidente della Regione – ma credo che continuando con questo ritmo arriveremo prestissimo ad una media sufficiente a mettere la nostra Isola in linea con molte altre regioni italiane, mentre nei mesi scorsi eravamo desolatamente ultimi. La Regione, dal canto suo, sta operando intensamente per recuperare anni di inerzia e di omissioni. Il suo compito è quello di pianificare la realizzazione degli impianti, sollecitare la riapertura di quelli inattivi e vigilare sulla corretta gestione della raccolta e dello smaltimento da parte dei Comuni. Sono fiducioso: entro un paio d’anni – prosegue Musumeci – usciremo del tutto dalla emergenza rifiuti e non avremo più nulla da invidiare alle altre regioni. Ma serve lo sforzo di tutti, anche di quei 140 Comuni che ancora non hanno capito che la musica è cambiata e che la pratica del lamento non paga più. Ognuno faccia la propria parte invece di cercare comodi alibi altrove”.
Il Presidente di Legambiente Sicilia, Gianfranco Zanna, coglie l’occasione per tracciare un rapido excursus sulla politica del precedente Governo e quella dell’attuale, riconoscendo a Musumeci e alla sua Giunta un cambio di rotta, certamente, ma senza per questo dimenticare le innumerevoli criticità di un settore storicamente difficile e controverso. “Un anno fa discutevamo con il Governo precedente della realizzazione di ulteriori discariche. È innegabile un cambio di rotta in questo senso. Non era nelle corde né nella sensibilità del Governo che ha preceduto quello di Musumeci la raccolta differenziata. In un anno si è fatto davvero tanto, – spiega Gianfranco Zanna – nonostante restino alcuni aspetti di contrapposizione e di demagogia. La linea che è passata, ciò nondimeno, è che la raccolta differenziata debba essere intesa come punto di partenza nella gestione dei rifiuti. Stiamo assistendo a un cambio culturale. Non sto dicendo che i problemi si siano risolti, restano zone d’ombra molto critiche. Si tace, ad esempio, sul fatto che ci siano duecentosessanta appalti fatti dai comuni con scadenze di cinque o sei anni e che portare a sintesi tutto questo non sarà semplice. Non si vuole affrontare neanche la questione dell’esubero del personale ascrivibile alla gestione dei rifiuti (società tra l’altro in disarmo). Un peso notevole sulla tari dei cittadini. La riapertura della discarica di Enna era inevitabile, perché anche con questo cambio di rotta nella raccolta della differenziata noi siciliani continuiamo a produrre grosse quantità di rifiuti, non li differenziamo e li portiamo in discarica. Aggiungendo a questo il paradosso il fatto che, in alcuni casi, si raccoglie l’umido ma, non avendo una destinazione consona, lo si conferisce in discarica. Non abbiamo impianti di smaltimento e trasformazione dei rifiuti – dice ancora Zanna – e questa è una grave responsabilità della Regione. Siamo manchevoli di una programmazione adeguata che ci consenta di passare ad una seconda fase di realizzazione degli impianti di compostaggio o di trasformazione dei rifiuti. Tutto unito ad un’ignoranza, ormai diffusa tra la gente, sull’utilizzo degli impianti. Perché se, da un lato, gli inceneritori sono la non soluzione al problema è vero anche che esistono, ormai, metodi alternativi alla trasformazione dei rifiuti che non hanno ricadute negative sul territorio e che, al contrario, ben si integrano. Ritengo anche che Musumeci sia troppo ottimista quando parla di una percentuale, su tutto il territorio siciliano, pari al trenta per cento. Abbiamo realtà che hanno percentuali superiori al sessantacinque per cento ma ce ne sono altre (come Palermo, Catania, Messina e Siracusa) che si fermano, invece, a percentuali da prefisso telefonico. E in queste aree vive un terzo della popolazione dell’Isola. L’analisi che ho fatto sull’intera situazione della gestione dei rifiuti, però, nulla toglie al merito del Governo Musumeci e alla sua politica che ha invertito il senso di marcia”.
Cristina Lombardo