Acate – Continuano le ricerche di Daouda: “Qualcuno ha occultato il cadavere?”
La sua scomparsa ha fatto riaccendere i riflettori sulle condizioni di lavoro dei braccianti agricoli. Per il prossimo 15 luglio annunciato uno sciopero generale
(13 luglio 2022 – Continuano le ricerche di Daouda: “Qualcuno ha occultato il cadavere?”)
di Carmelo Riccotti La Rocca, tratto da La Sicilia
Ad Acate proseguono le ricerche di Daouda Diane, il 37enne ivoriano sparito nel nulla dallo scorso 2 luglio. Sono giorni molto intensi che vedono il coordinamento della Prefettura di Ragusa e il coinvolgimento di diversi corpi di forze dell’ordine e volontari che si avvalgono dell’ausilio dei droni. “Al momento – ci hanno riferito – non stiamo escludendo nessuna pista, ma stiamo lavorando a 360 grandi setacciando i luoghi in cui il 37enne potrebbe essere stato nel giorno della scomparsa”. Non sono ancora intervenute le Unità Cinofile che potrebbero scendere in campo a breve. Per gli amici di Daouda e per i componenti della Federazione del Sociale dell’Usb che seguono da vicino la vicenda, è del tutta esclusa l’ipotesi dell’allontanamento volontario. «Daouda – dice Michele Mililli della Federazione Usb – aveva già fatto il biglietto per tornare dalla moglie e dalla figlia, doveva partire il prossimo 22 luglio e non vedeva l’ora, per quale motivo doveva allontanarsi di sua spontanea volontà?». Daouda lavorava con regolare contratto come mediatore culturale in un centro di Acate, con mansione di operatore notturno, ma di giorno, per arrotondare, faceva anche lavori in nero. Il giorno della scomparsa ha inviato due video ad un amico della Costa D’Avorio spiegandogli che lavorare in Italia non è così semplice come si possa pensare e commentando anche quanto sia duro lavorare con un caldo infernale. L’ultimo video il 37enne lo ha inviato alle 14:38 del 2 luglio, era in quella che sembra una betoniera e stava operando con un martello pneumatico.
A presentare la denuncia di scomparsa sono stati i componenti del centro in cui era assunto. «Ad oggi da indiscrezioni – dice Mililli- sappiamo che le forze dell’ordine avrebbero ispezionato alcune aziende della zona industriale di Acate e, tra queste aziende, c’è anche un cementificio. Abbiamo saputo anche, ma ripeto che sono solo indiscrezioni, che in quest’ultima azienda sarebbero state cancellate le immagini delle telecamere di video-sorveglianza. Come sindacato l’idea che ci siamo fatta è che Daouda possa essere stato colpito da malore a causa di stress termico -anche perché lavorare dentro una betoniera alle 14 con il caldo che c’era la scorsa settimana è da folli- e chi era con lui magari si è fatto prendere dal panico ed ha occultato il corpo. Naturalmente è solo un’ipotesi e riponiamo piena fiducia nel lavoro delle forze dell’ordine. Io non credo – conclude Michele Mililli – che quel giorno Daouda fosse da solo, quindi lancio un appello a chi ha visto qualcosa perché dia inumazioni utili alle forze dell’ordine».
I braccianti agricoli pronti a scioperare
Il prossimo 15 luglio, ad Acate, si terrà uno sciopero generale indetto dalla Federazione del Sociale dell’Usb per rivendicare tutele e diritti per i lavoratori. «Nel video che Daouda ha inviato all’amico – dicono dal sindacato – si vede chiaramente che il giovane non ha i dispositivi di protezione e, inoltre, sappiamo che in quella azienda lavorar ava in nero. Da qui l’idea, sollecitata direttamente dai lavoratori- per chiedere tutele e diritti e, nell’occasione, chiederemo anche al Prefetto l’istituzione di un tavolo tecnico su questa questione». Sulla scomparsa del giovane ivoriano è intervenuto anche il segretario generale della Cgil Ragusa- Giuseppe Scifo: «la scomparsa del giovane lavoratore edile Daouda – ha affermato – ripropone ancora una volta la difficile condizione di vita dei tanti immigrati nel nostro territorio. Sono gli ultimi arrivati i più fragili e vulnerabili, quelli ai cui tocca passare per prima attraverso l’obbligatorietà di un lavoro in condizioni di sfruttamento nella totale irregolarità. Sono quelli del collocamento nelle piazze, negli incroci, per strada. Sono quelli che non sanno il nome del datore di lavoro e della ditta per cui lavorano. E che spesso non vengono pagati perché il “ padrone” non si fa più vedere».
Nel video le ricerche (immagini di qualche giorno fa)