Covid, la Sicilia rischia la zona gialla
La variante Delta prosegue la sua corsa e alcune Regioni si affidano al dibattito sulla possibile revisione dei parametri
(13 luglio 2021)
Tornano a salire i numeri della pandemia in Italia e la Sicilia, insieme ad Abruzzo, Campania e Marche rischia di tornare in zona gialla. La variante Delta prosegue la sua corsa e adesso alcune Regioni si affidano al dibattito sulla possibile revisione dei parametri che stabiliscono i profili di rischio e l’assegnazione delle zone: lo spauracchio è il ritorno alla zona gialla in piena estate. Le ipotesi vanno dalla soglia minima di tamponi da effettuare ogni 100mila abitanti – che alcuni esperti vorrebbero aumentare – al maggiore peso del cosiddetto Rt ospedaliero – vale a dire il tasso occupazione dei posti letto – rispetto a quello sull’incidenza. Tra le questioni poste, infatti, c’è quella di rendere più determinante, nell’ambito del monitoraggio settimanale, la valutazione dei rischi sulla pressione ospedaliera rispetto all’incidenza dei contagi, proprio in vista dell’alleggerimento delle strutture sanitarie dovute al calo dei casi gravi con l’avanzare delle vaccinazioni. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, chiarisce comunque che una risalita dei contagi era prevista ed è in corso, ma con numeri più bassi del passato. Tuttavia non esclude, se necessario, il ritorno delle mascherine all’aperto.
“Come abbiamo sempre fatto ci affideremo alla nostra squadra di tecnici che continueranno a fare questo lavoro di verifica, vediamo passo dopo passo come le cose vanno avanti”, spiega Speranza, sottolineando ancora che “la vera arma per chiudere questa stagione è la campagna di vaccinazione, su cui bisogna insistere”. E il sottosegretario Pierpaolo Sileri non vede il rischio di una revisione dei parametri, dato che “l’attuale sistema ci ha permesso di arrivare alla riaperture in sicurezza”. Tra le questioni da approfondire c’è anche quella dello screening: non tutte le Regioni li eseguono in maniera efficace, in particolare alcune del Sud – come Calabria e Sicilia – sarebbero indietro sul numero di test da effettuare ogni giorno.