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Comiso, sequestrati 700 mila euro di beni a soggetto ritenuto socialmente “pericoloso”

Il destinatario del provvedimento vive stabilmente dei proventi di attività delittuose afferenti al narcotraffico

(6 maggio 2021 – sequestro beni – Comiso)

Su proposta della Procura della Repubblica, il Tribunale di Catania Sezione Misure di prevenzione ha emesso un provvedimento di confisca dei beni nei confronti di Biagio Occhipinti di 45 anni, originario di Comiso, provvedimento al quale i Carabinieri del Comando Provinciale di Ragusa – Nucleo Investigativo – hanno dato esecuzione.

La misura di prevenzione patrimoniale è stata adottata ai sensi della normativa vigente in materia di misure di prevenzione a seguito di mirate e capillari indagini di carattere patrimoniale, svolte dai Carabinieri di Ragusa, che consentivano di accertare la disponibilità in capo al predetto di beni sproporzionati rispetto ai redditi dichiarati, taluni dei quali intestati a un prestanome e acquisiti con i proventi illeciti delle predette attività delittuose.

La confisca ha interessato beni immobili e societari per un valore complessivo di circa 700.000 euro, che si sostanziano in:

–       un locale commerciale di circa 230 mq., ubicato in Comiso via San Biagio nr.167, adibito a negozio di abbigliamento ad insegna “VELVET SPACE”;

–       un appartamento di 165 mq. sito in Comiso alla contrada “Mastrella”;

–       il 100% delle quote societarie della “Follow Store s.r.l.”, avente sede legale a Comiso;

–       il 100% delle quote societarie della “Evolution s.r.l.s.”, avente sede legale a Comiso, società gestore del citato negozio di abbigliamento.

Il destinatario del provvedimento è ritenuto socialmente “pericoloso” in quanto vive stabilmente dei proventi di attività delittuose afferenti al narcotraffico. Tratto in arresto nel giugno del 2017 poiché colpito da provvedimento custodiale (operazione  “PROELIO”) in quanto ritenuto responsabile di aver partecipato ad una associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, risultata essere contigua a  “Cosa Nostra”, è stato riconosciuto colpevole dei reati a lui ascritti e condannato in primo grado alla pena di anni otto e otto mesi di reclusione.

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