Ragusa, tasso disoccupazione sempre più alto in provincia
Carasi (Cisl): "In che modo ci si sta organizzando per fronteggiare questo grosso problema?"
(5 gennaio 2021)
“Il continuo cambiamento delle misure sta creando molta confusione: i cittadini vedono modificare continuamente le regole e questo crea anche ricadute sul lavoro”. E’ quanto afferma il segretario generale dell’Ust Cisl Ragusa Siracusa, Vera Carasi, sottolineando che, purtroppo, anche nell’area iblea, nelle ultime ore, si è registrato un incremento dei casi positivi, “segno evidente che la battaglia contro questo killer silenzioso, il Covid-19, è tutt’altro che conclusa. Ma non possiamo piangere più sul latte versato – continua Carasi – non possiamo più recriminare per ciò che non è stato fatto e che, invece, andava fatto. Piuttosto, la Cisl sta ponendo un tema che deve diventare, secondo noi, predominante: dobbiamo avere delle regole precise e rispettarle e, soprattutto, queste regole non possono cambiare continuamente. Ai ragusani, così come a tutti i siciliani, interessa sapere se la sanità è attrezzata per fronteggiare la pandemia e se si è in grado di fronteggiare la disoccupazione che, purtroppo, com’era prevedibile, sta continuando ad aumentare. La prospettiva, per il territorio ibleo, è di decine e decine di posti di lavoro in meno, alcune imprese, purtroppo, non ce l’hanno fatta e hanno già chiuso i battenti. Nessuno può addentrarsi in previsioni specifiche e, quindi, non sappiamo se questi dati saranno destinati a crescere, a diventare più consistenti nel 2021. Riteniamo, come Cisl, che ai ragusani interessi che ci si occupi di questi argomenti, interessi sapere se abbiamo una sanità attrezzata, se si farà ripartire il lavoro. Ci pare di vedere che siamo in forte ritardo. Un altro tema, poi, che merita attenzione è come riformare gli ammortizzatori sociali che finora hanno garantito una relativa tenuta occupazionale anche in questa provincia. Abbiamo visto, durante la pandemia, quanti strumenti ci si è dovuti inventare per tutelare i redditi dei lavoratori e delle lavoratrici. Quindi è opportuno mettere mano agli ammortizzatori sociali, creare un sistema che si applichi a tutti, lavoratori e lavoratrici. Indispensabile, poi, collegare tutti gli ammortizzatori sociali alla politica attiva del lavoro, la grande assente in questi ultimi anni”.