Ragusa, centinaia di locali rischiano la chiusura. Chi li aiuta?
"L'effetto del Dpcm sarà devastante"
E’ stato un parto molto lungo e complicato e dopo un fine settimana caratterizzato da incontri a tutti i livelli tra forze politiche, regioni, enti locali, il governo ha varato il nuovo Dpcm per contrastare l’emergenza Covid. Le misure saranno valide fino al 13 novembre. Il nuovo pacchetto di misure coinvolge soprattutto bar e ristoranti che chiuderanno a mezzanotte, ma su di loro potrebbero gravare provvedimenti che puntano a limitare in modo mirato i luoghi che espongono a maggiore rischio di assembramento disponendo la chiusura al pubblico dopo le 21. Un provvedimento questo che, è stato precisato dal governo, sarà deciso dai sindaci in collaborazione con i prefetti negli appositi Comitati provinciali di ordine pubblico. In qualunque caso, dalle 18 sarà possibile soltanto il consumo al tavolo, a cui dovranno sedersi massimo sei persone. E all’esterno dei locali dovrà essere riportato il numero massimo di clienti consentiti all’interno.
Confcommercio provinciale Ragusa e Fipe commentano sottolineando che “ci sarà un effetto devastante sul catering, sui bar e soprattutto sui locali notturni e sulle imprese dell’intrattenimento con una perdita di fatturato, nell’area iblea, di centinaia di migliaia di euro al mese”. Secondo la federazione, “è necessario destinare immediatamente contributi a fondo perduto per coprire i mancati incassi e che sindaci e presidente della Regione incrementino i controlli nelle zone della movida per punire i comportamenti irresponsabili e scorretti”. “L’obiettivo – ha osservato Fipe – deve essere quello di ridurre al minimo indispensabile la durata delle nuove misure restrittive”. E il presidente provinciale Confcommercio Ragusa Gianluca Manenti evidenzia: “C’è la necessità di garantire risposte sul fronte anticontagio e quindi le misure potevano avere un senso se ben parametrate. Così, però, si rischia di penalizzare ulteriormente i settori che erano già stati messi a dura prova dal lockdown e di bruciare quei minimi introiti che erano serviti da ristoro per tutti gli operatori del settore dopo una stagione compromessa. Adesso, quindi, si rischia di nuovo di fare i conti con una situazione niente affatto piacevole”.