(15 ottobre 2020)
“Le misure contenute nel nuovo Dpcm approvato dal Consiglio dei ministri rappresentano un colpo mortale per un settore già in gravissima crisi che vede il rischio chiusura di decine di imprese nell’area iblea e la perdita del lavoro per centinaia di lavoratori potendo potenzialmente bruciare fatturato nell’ordine di centinaia di migliaia di euro”. A dirlo è il presidente provinciale Confcommercio Ragusa, Gianluca Manenti, che ritorna sull’argomento e sottolinea come “tra le 18 e la mezzanotte si incassano decine di migliaia di euro nei bar e nei ristoranti. I bar – prosegue Manenti – sono quelli che ci rimettono di più, ma i ristoranti anche, perché già sono stati costretti a ridimensionare la capienza e contavano sul doppio turno, distribuendo i clienti pure alle dieci e mezza. Invece ora li devono mandare via. Questo, numeri alla mano, il risultato se si proseguirà sulla strada delle chiusure anticipate, invece di incrementare i controlli per punire chi non rispetta le regole”.
E Manenti prosegue: “Non dimentichiamo che bar, ristoranti, stabilimenti balneari, imprese di banqueting e catering, imprese dell’intrattenimento sono state le realtà più colpite dalla crisi economica determinata dal Covid. Ma sono state anche quelle meno supportate. Senza aiuti significativi e concreti, sono destinate a chiudere per sempre, rinunciando a uno dei fiori all’occhiello dell’offerta turistica nazionale e a un tassello fondamentale della filiera agroalimentare italiana. Tra i nostri imprenditori della provincia di Ragusa c’è ancora chi deve pagare i debiti accumulati durante il lockdown di marzo e chi deve ammortizzare gli investimenti fatti per mettere il proprio locale in regola secondo il protocollo siglato a maggio. È impensabile che si possa far fronte a una nuova riduzione dell’attività, mentre nessuno sta muovendo un dito per ridurre le spese cui i gestori dei pubblici esercizi sono tuttora costretti. Dagli affitti, al fisco. Se prima non si interviene in maniera decisa su queste due voci, non è possibile accettare nuove limitazioni al lavoro di queste tipologie d’imprese”.