Boom di contagi tra i professionisti, ma chiudono attività dilettantistiche
Covid e Sport, il paradosso: a rischio migliaia di posti di lavoro
Le ultime restrizioni per fronteggiare il Covid, stanno facendo emergere una netta disparità tra gli sport ricchi e quelli di base che sono notevolmente penalizzati. Ecco la nota della Coordinamento Sport dell’USB Ragusa (Unione Sindacale di Base):
Nessuno di noi mette in discussione l’esistenza del covid, nè il sacrosanto dovere da parte delle istituzioni di tutelare i cittadini, attraverso dovute restrizioni, dal pericolo del contagio. Tuttavia occorre evidenziare come la politica, affetta da palese miopia, continua a far gravare un peso enorme sulle spalle del mondo dello sport di base e dilettantistico.
I protocolli di sicurezza per contrastare la diffusione del Covid che tutte le associazioni sportive dilettantistiche applicano e rispettano, secondo la logica dei nostri rappresentanti politici, sembrano non bastare.
Il lockdown che abbiamo già vissuto ha messo a dura prova la tenuta delle associazioni sportive, nonostante ciò con tanto impegno e passione il mondo dello sport di base si è attrezzato per ripartire. L’impegno estremo protratto dalle associazioni sportive non solo non è stato premiato ma viene costantemente ostacolato.
Riguardo l’utilizzo delle palestre scolastiche, mentre il decreto ministeriale prevede l’igienizzazione a carico delle associazioni sportive che usufruiscono dell’impianto, la Regione Sicilia chiede l’obbligo della sanificazione quotidiana a carico delle associazioni, di fatto quindi ha vietato l’utilizzo delle palestre scolastiche visto che la sanificazione delle stesse, può raggiungere costi fino a mille euro.
Tra i professionisti il più alto numero di contagi
Nelle ultime ore si vocifera della possibilità di un nuovo lockdown rivolto agli sport di contatto amatoriali dimenticando che il più alto numero di contagi fino a questo momento ha riguardato il professionismo e la serie A e non lo sport di base.
La legittima lotta contro la diffusione del covid sta mettendo in ginocchio lo sport di base privando i bambini e i cittadini dal sacrosanto diritto al movimento e rischiando di fare perdere il lavoro a migliaia di collaboratori sportivi che, senza la possibilità di usare gli impianti scolastici o schiacciati da un nuovo fermo, si ritroveranno per forza di cose fuori dal mondo del lavoro.
Questo è il momento per farci sentire, per chiedere a Musumeci di evitare inutili inasprimenti ed adeguarsi a quanto previsto a livello nazionale, per chiedere al governo una maggiore valutazione sui contagi perché non si possono bloccare i “poveri” (sport dilettantistico) e garantire continuità ai ricchi (serie A) anche se i dati raccontano l’esatto opposto.
Da sempre il mondo dello sport di base è stato emarginato e dimenticato dalla politica nazionale, da sempre noi operatori dello sport abbiamo rappresentato una categoria disunita. È ora di cambiare.