Infermieri positivi a Ragusa, i sindacati: Come si opererà per integrare l’organico? E che fine hanno fatto gli OSS?
Quando il Maria Paternò Arezzo è diventato Covid Hospital ibleo, sostituendo di fatto il Maggiore di Modica, molti dubbi erano sorti in merito alla sicurezza e al fatto che probabilmente non sarebbe stato pronto a gestire un’emergenza del genere
(9 settembre 2020)
Il Segretario Generale FP-CGIL – RG Nunzio Fernandez e il Segretario FP-CGIL – RG – Sanità, Duilio Assennato esprimono in una nota vicinanza ai colleghi di Malattie Infettive risultati positivi al COVID, e agli altri che con dedizione continuano la loro opera consci dei rischi cui potrebbero andare incontro. Manifestano attenzione anche ai ricoverati, al personale sanitario e anche a tutti quei Dirigenti impegnati nell’organizzazione interna delle strutture COVID.
”Verrebbe facile a questa O.S., – scrivono i due sindacalisti – asserire che in tempi non sospetti era stato lanciato l’allarme ma non si vogliono strumentalizzare eventi che purtroppo sono insiti nella natura perfettibile di procedure e protocolli, ma il senso di responsabilità, che da sempre contraddistingue le donne e gli uomini della FP CGIL, prevale sui chiacchiericci insensati e si rinnova l’invito a fare quadrato nell’intento fronteggiare l’emergenza. Se qualche dirigente desiderasse inveire nei confronti delle “milizie sanitarie” – quelle, per intenderci, che qualche mese fa venivano dipinte come gli eroi del terzo millennio – prima s’interroghi sul come i professionisti del Comparto coinvolti sono stati messi in condizione di operare in sicurezza.
Questa O.S. rispetta la blindatura dei reparti Covid e ne comprende le motivazioni. Tutto però deve essere bilanciato dalla stretta collaborazione fra dirigenti e infermieri del reparto per affinare le procedure di sicurezza senza imposizioni, perché tutti sono degli addetti ai lavori e tutti hanno la capacità di contribuire ad evitare disfunzioni e incongruenze.
Pur esponendoci all’autoreferenzialità, non possiamo sottacere alcuni ritardi già segnalati in precedenza, avendo però dato prova di equilibrio, contribuendo alla soluzione di alcune criticità evidenziate in maniera informale ai servizi di Prevenzione, allo SPRESAL e della Direzione di Presidio.
La FP CGIL pertanto si chiede:
– Come si opererà per integrare l’organico, visto che tre colleghi sono in quarantena?
– Perché la figura dell’OSS è scomparsa dall’organigramma di Malattie Infettive? Infatti le unità prima assegnate sono state repentinamente trasferite altrove. In situazioni operative critiche la figura dell’OSS è utilissima per supportare l’assistenza sanitaria e togliere delle incombenze agli infermieri in un reparto ad alto rischio ove tutti operano in un costante stato di stress psicologico, che, manco a farlo di proposito, era stato segnalato ai responsabili dell’UOC.
– È ammissibile che dopo la vestizione gli infermieri impegnati in Malattie Infettive, con il reparto pieno di ricoverati, debbano lavorare anche 10 ore senza la possibilità di essere sostituiti, quando sappiamo che l’attenzione cala con il sopraggiungere della stanchezza?
Ci giungono voci però ben circostanziate, di discutibili disposizioni della dirigenza del reparto nella gestione di qualche situazione critica e ci auguriamo che non si pensi di addossare responsabilità al personale del Comparto: sarebbe deleterio insistere con atti censori nei confronti di rispettabili e preparati professionisti, a far da pariglia con altri episodi avvenuti di recente in altri presidi aziendali, nel tentativo di sminuire possibili responsabilità di qualche poco accorto dirigente di primo livello a scapito di alcuni professionisti dell’area tecnica sanitaria. La FP CGIL vigilerà su eventuali disparità di trattamento e rinnova la disponibilità ad operare in sinergia con la Direzione Strategica per il bene della collettività su basi di schietta correttezza come è suo costume”.