Ragusa, insegnante si incatena in via Archimede per ribellarsi contro malasanità e burocrazia
“Se proprio devo morire, allora deciderò io come, e non per colpa di uno stupido PIN”
(26 agosto 2020)
“Sono stata costretta ad incatenarmi per ribellarmi contro questo sistema: malasanità e burocrazia sono a braccetto, come male di questa società”.
Noi di Ialmo raccogliamo il grado di allarme lanciato da Daniela Iurato, insegnante ragusana che per che l’impossibilità di recuperare un codice PIN non può accedere a determinati servizi e, quindi, non può fare domanda per un ottenere un prestito e pagarsi così delle cure mediche.
“Ho già avuto 2 casi di cancro al seno in famiglia, – ci racconta – e a me hanno trovato un linfonodo sentinella, che è il primo linfonodo a ricevere il drenaggio linfatico del tumore primitivo. A seconda dei casi, il linfonodo sentinella può essere ancora indenne o risultare già infiltrato di cellule neoplastiche. Io vorrei operarmi a togliere il linfonodo, ma il sistema sanitario italiano non considera un simile intervento come qualcosa di necessario, trattandosi di prevenzione e non di un tumore che è già nato e sviluppato. Quindi sono costretta a pagarlo di tasca mia”.
Continua: “Per l’intervento all’Humanitas di Catania sono necessari ben 7.000€, più cure mediche e post operatorio arriviamo 10.000€, cifra di cui al momento non dispongo. La mia intenzione è quindi fare la ‘richiesta piccolo prestito’ dell’Inps tramite il sistema NoiPA. Peccato che per accedere alla procedura serve un PIN, che ho smarrito. Ho fatto la richiesta per richiederlo, ma inizialmente mi è stato detto che era necessaria la conferma della mia mail, successivamente mi è stato detto che non era necessario nessun tipo di PIN, ma non è così: la procedura lo richiede”.
Dopo vari tentativi, non andati a buon fine, per ottenere questo PIN e dopo essere costretta a rinviare l’intervento per ben 2 volte, stamattina si è quindi incatenata in via Archimede, di fronte la chiesa della Sacra Famiglia, e ha annunciato: “Comincerò con lo sciopero della fame. Se proprio devo morire, allora deciderò io come, e non per colpa di uno stupido PIN”.
Solidarietà a Daniela!