“Chi vende droga, vende la morte”: Zaara Federico contro lo spaccio nel centro storico di Ragusa
Secondo la consigliera le pentastellata, è necessario intervenire al più presto, magari con più controlli, più attività di sensibilizzazione, o maggiore coinvolgimento delle agenzie educative
(1 giugno 2020)
“E’ un appello che non posso non raccogliere. Da ragusana e, soprattutto, da mamma che ha a cuore la salute dei propri ragazzi. Così come dovrebbe essere per ogni genitore della nostra città. Per cui è opportuno che si ponga la massima attenzione rispetto al fenomeno del piccolo spaccio in centro storico che può arrivare a determinare situazioni molto pesanti e, rispetto a cui, nessuno può permettersi di fare finta di niente o, peggio ancora, di affermare che si tratta di cose che accadono in tutte le città. Chi vende droga vende la morte. E i nostri figli devono essere tutelati il più possibile, soprattutto nell’età in cui, magari per il gusto di provare qualcosa di differente, compiono scelte sbagliate”.
E’ la consigliera comunale del M5S Ragusa, Zaara Federico, a inserirsi nel delicato dibattito che riguarda una questione che occorre affrontare con la massima attenzione. “Qui non possono esserci divisioni politiche che tengano – afferma Federico – occorre avere a cuore, piuttosto, il futuro delle giovani generazioni ed è necessario un impegno corale da parte di tutti per cercare di estirpare un fenomeno che non fa onore alla nostra città. Mesi fa il problema si era concentrato nelle zone limitrofe a piazza San Giovanni. Ora, alla luce degli ultimi episodi di cronaca, culminati in una serie di arresti, i riflettori sono puntati sul parco Giovanni Paolo II. Ma al di là del posto scelto da questi mercanti di morte, sono sempre i nostri figli che corrono dei rischi pesantissimi. Dobbiamo tutti passarci una mano sulla coscienza e comprendere quali potrebbero essere le soluzioni migliori per arrivare a soluzioni condivise in grado di estirpare questa piaga. Ognuno di noi deve fare la propria parte. Il Comune di Ragusa deve esercitare, sino in fondo, il proprio ruolo e porsi il problema di quali potrebbero essere le iniziative più adeguate da adottare per contrastare il fenomeno. Più controlli, più attività di sensibilizzazione, maggiore coinvolgimento delle agenzie educative? Vedremo. Una cosa è certa. E’ in gioco il nostro futuro, il futuro delle giovani generazioni ragusane. E non possiamo permetterci di perdere altro tempo”.