Distanziamento di ben 4 metri nei ristoranti? Se fosse così, per Confcommercio Ragusa sarebbe meglio tenere chiusi
Il presidente provinciale Manenti rilancia la provocazione del presidente nazionale di Fipe, rispetto alle indiscrezioni sui protocolli predisposti dal Governo che risulterebbero, se confermate, del tutto impraticabili
(11 maggio 2020)
“Se si vuole un distanziamento di 4 metri, allora si lascino chiuse le varie attività della ristorazione e i pubblici esercizi. Vivremo sulle spalle dello Stato”. E’ il presidente provinciale Confcommercio Ragusa, Gianluca Manenti, che rilancia la provocazione del presidente nazionale di Fipe, Lino Enrico Stoppani, rispetto alle indiscrezioni sui protocolli predisposti dal Governo che risulterebbero, se le stesse fossero confermate, del tutto impraticabili. “I casi sono due – chiarisce Manenti – o si riaprono i locali, dando ai ristoratori la possibilità di lavorare in sicurezza, con protocolli organizzativamente praticabili ed economicamente sostenibili, seppur con capienze ridotte, oppure è preferibile tenere tutto chiuso. A quel punto lo Stato dovrà in qualche modo aiutare 1,25 milioni di persone che dovranno vivere sulle sue spalle, almeno fino quando il coronavirus sarà stato vinto”.
“I ristoratori – afferma ancora – ritengono che si possa riaprire garantendo la sicurezza sanitaria degli avventori e quella economica degli imprenditori senza le esagerazioni che circolano. Per questo è stato promosso un protocollo sanitario per il settore, redatto con il contributo di un virologo, e lo stesso è stato trasmesso al governo. A distanza di 10 giorni non si è ancora ricevuto nessun riscontro, anche se sollecitato. È inaccettabile questo modo di operare, sbagliato nel metodo, perché vengono imposte regole calate dall’alto, senza un costruttivo confronto con la categoria. E’ sbagliato nel merito, perché impone procedure lontane dalle realtà del settore che dovrebbe applicarle”.