Lunedì a lavoro in anticipo 3 milioni di italiani (300 mila in Sicilia, 20 mila nel Ragusano)
In queste ore la decisione del governo. Intanto ha superato quota 500 il numero delle imprese iblee che hanno comunicato al prefetto la ripresa produttiva nei settori delle filiere essenziali
(22 aprile 2020)
Lunedì torneranno a lavoro quasi tre milioni di italiani, in anticipo rispetto alla data prevista del 4 maggio. È la decisione presa in queste ore dal governo, impegnato in videoconferenza con la task force guidata da Vittorio Colao. Sono lavoratori che si aggiungono a quelli che stanno lavorando durante il lockdown nelle fliere e nelle attività considerate essenziali per affrontare l’emergenza. La cifra di chi ritorna al lavoro in realtà è molto più ampia perché altri continueranno a svolgere smart working, con gli over 65 e altre fasce di lavoratori più in difficoltà che resteranno protetti.
Questo dato comporta che potrebbero essere 300 mila in Sicilia quanto anticiperanno il rientro a lavoro, oltre 20 mila in provincia di Ragusa.
Qui intanto ha superato sensibilmente la quota di 500 il numero delle imprese che hanno comunicato al prefetto la propria ripresa, in quanto operanti in un settore produttivo strumentale a quelli essenziali che non hanno ricevuto alcuno stop.
Nel corso del confronto sul tavolo nazionale la task force ha espresso l’opportunità di far ripartire già dal 27 aprile quelle aziende in grado di rispettare i protocolli di sicurezza nella considerazione che ogni settimana persa pesa in termini di miliardi e punti di Pil. Il manager ha presentato al presidente del Consiglio un documento (cinque pagine corredato di slide) che mette in evidenza i requisiti necessari alla ripartenza del Paese. Tra i primi, la necessità immediata di un protocollo per i mezzi pubblici, considerato che il 15 per cento dei lavoratori di manifattura e costruzioni li usano per andare al lavoro. C’è poi la necessità di aggiornare il protocollo di sicurezza firmato con i sindacati il 14 marzo. E c’è sopratutto la necessità di avere a disposizione i dispositivi di protezione individuale.