Covid-19, in Sicilia mortalità dieci volte inferiore della media nazionale: in provincia di Ragusa 23 volte meglio
Nell’isola 0,8% dei morti in Italia, ma la popolazione è l’8,3. In provincia di Ragusa il 2,8% delle vittime in Sicilia, ma popolazione è il 6,4%. Dal 24 marzo in discesa la curva dell’emergenza
(15 aprile 2020)
La Sicilia è tra le regioni meno colpite d’Italia dalla ‘strage’ del coronavirus e, al suo interno, la provincia di Ragusa è la più fortunata. Nell’isola lo 0,8 per cento dei morti in ambito nazionale, mentre la popolazione siciliana è pari all’8,3% di quella nazionale. Un effetto dieci volte meno letale quello del coronavirus in Sicilia rispetto alla media nazionale e, nel quadro siciliano, il dato ibleo è migliore più del doppio rispetto alla media regionale e 23 volte meglio di quella nazionale.
Lo rivela l’analisi dei dati comparativi pubblicati dal ministero della Salute da cui risulta anche che il picco della curva epidemica appare decisamente superato.
In Sicilia il dato temporale peggiore tracciato lungo la curva del grafico ministeriale è di 11,8 rispetto ai tamponi eseguiti, intorno al 24 marzo. Poi discesa progressiva e costante fino al 6,6 per cento di questi ultimi due giorni. La provincia di Ragusa si conferma, anche sulla linea di discesa la provincia meno contagiata con 58 positivi, 6 ricoveri, 4 guariti e 5 morti su un totale di 175 decessi in Sicilia: un numero di vittime pari al 2,8% rispetto al dato regionale, nonostante la popolazione iblea sia invece il 6,4 di quella dell’isola.
L’andamento confortante in Sicilia, rispetto alla media nazionale, deriva, secondo gli esperti, dal rispetto delle misure restrittive e dall’osservanza delle regole da parte dei siciliani. Inoltre il controesodo dal nord di metà marzo di studenti e lavoratori non ha prodotto l’espansione del contagio ed anche in questo caso la quarantena ha funzionato. All’inizio dell’emergenza il tempo del raddoppio del contagio era di due giorni e mezzo mentre la media oggi è di 22 giorni. Un mese fa venivano scoperti otto positivi ogni cento tamponi, poi passati al 12 per cento ed ora scesi a poco meno del 7 per cento.
L’epidemia, dunque, rallenta come confermano le percentuali dei tamponi e ciò induce gli epidemiologi a ritenere che il virus possa essere contenuto. Secondo uno studio elaborato dalla facoltà di Statistica dell’Università di Palermo il numero medio dei nuovi contagiati si attesterà su 10 al giorno e si registrerà tra il 24 aprile ed il 10 maggio. Numeri che potranno essere gestiti senza problemi dalla rete ospedaliera siciliana.