La morte di Rizzuto un colossale caso di malasanità, con buona pace dell’Ordine avvocati
Una serie di errori e anomalie da accertare è costata la morte del direttore del parco archeologico di Siracusa e di una funzionaria: il caso trattato da Report
(6 aprile 2020)
La morte di Calogero Rizzuto, il direttore dei parchi archeologici di Siracusa ed ex soprintendente a Ragusa, grida vendetta ed ha tutte le caratteristiche, almeno potenziali, perciò meritevoli di tutte le verifiche necessarie, di un colossale, drammatico, gravissimo ed inescusabile caso di malasanità. Con buona pace dell’Ordine degli avvocati di Ragusa, Siracusa e Caltagirone che in un documento sembra abolire la possibilità che, in questo periodo, i suoi appartenenti possano prestare assistenza legale alle vittime di errori di questo tipo (se il problema sono le modalità asseritamente illegali della pubblicità di tali servizi è problema di sempre, ma il coronavirus non c’entra e, con il coronavirus, la giustizia, non è sospesa).
A denunciare il caso Rizzuto è stato per primo il deputato all’Ars Nello Dipasquale e la sua denuncia è stata trattata da Report, il programma d’inchieste giornalistiche di Raitre (qui il servizio). Così, sulla pagina fb di Report l’incipit del servizio.
Lo scorso 23 marzo muore per coronavirus il direttore del parco archeologico di Siracusa, Calogero Rizzuto. Nei primi giorni di febbre gli viene negato il tampone. Viene ricoverato in ospedale solo quando è già molto grave. Intanto si contagia la sua più stretta collaboratrice, che morirà due giorni dopo di lui. Si contagiano anche altri colleghi, alcuni vengono ricoverati, altri restano in isolamento a casa. Ma quali sono le misure di contenimento e prevenzione prese dalle istituzioni? E come funziona il sistema dei laboratori accreditati per analizzare i tamponi?