Covid-19, controllare Rsa e case di riposo, dovunque può scattare l’emergenza vista a Villafrati
I sindacati dei pensionati lanciano l’allarme sulle strutture della provincia di Ragusa dove anziani e operatori sanitari sono ad altissimo rischio
(26 marzo 2020)
“Quanto accaduto nella residenza sanitaria assistita di Villafrati, nel Palermitano (potentissimo focolaio d’infezione) e le devastanti conseguenze che si sono già prodotte, soprattutto a carico degli anziani ricoverati, ma anche in danno degli stessi operatori della struttura, rischia realisticamente di replicarsi in analoghe strutture del territorio siciliano” . Lo affermano in una nota i segretari generali di Spi Cgil Ragusa, Rosario Denaro, Fnp Cisl Ragusa Siracusa Vito Polizzi e Uilp Uil Ragusa Giorgio Bandiera.
“Non è difficile immaginare – sottolineano i segretari dei sindacati dei pensionati e lo fanno in maniera unitaria – che situazioni di grave e pericolosa difficoltà generale possano esserci proprio nei centri che accolgono un grande numero di anziani come le Rsa, le case di riposo, le strutture di accoglienza pubbliche e private, accreditate e non. Per questo è necessario l’intervento di tutte le istituzioni preposte, dalla Prefettura, all’Asp, ai distretti socio-sanitari, alle amministrazioni locali, affinché ci sia un monitoraggio sulle reali condizioni di queste strutture, dove la vita di comunità accelera il contagio, esponendo a maggiore rischio soggetti già particolarmente vulnerabili. Auspichiamo che possa esserci un’attenzione particolare proprio per la sanificazione di queste strutture”.
I sindacati chiariscono: “Sarebbe auspicabile un tavolo di confronto tra tutte le istituzioni affinché gli interventi siano certi e immediati, per evitare quella che potrebbe diventare una strage silenziosa. E non vanno dimenticati tutti gli altri anziani che vivono da soli e per i quali bisognerebbe attivare servizi sociali supplementari ed aggiuntivi, in un momento come questo, per sostenerli nei bisogni quotidiani (spesa, farmaci, pasti, pensione e altro ancora) evitando che si debbano esporre a possibili contagi, pericolosi per la loro vita”.